Vecchi babbioni

Come è strano il mondo. In questa epoca la gente dovrebbe avere cultura ed educazione.
E invece capita di avere a che fare con vecchi babbioni maleducati e presuntuosi.
Un personaggio del genere mi capita spesso di incontrarlo in autobus. E’ un povero tristo pendolare per lavoro e mezzo ammattito dal pendolarismo e da vecchie nostalgie del partito comunista, uno che quando c’è stato il ’68 aveva ancora la bocca puzzolente di latte. Insomma uno che ha fatto una mala gioventù e sta passando una peggior vecchiaia. E infatti la passa a importunare la gente con queste sue fissazioni politiche. Il bello è che deve essere pure parecchio miope, non distingue e confonde le persone che di volta in volta si siedono in autobus vicino a lui e che importuna cercando di attaccar discorso. L’altro giorno ha confuso un signore con un altro e voleva riprendere un discorso sulla politica e quello dopo averlo sentito un poco si è stufato, glielo ha detto che si confondeva e prendeva uno per un altro e lo ha mandato a quel paese. Che tipo strano, a me sinceramente fa paura, ha pure la faccia da vecchio porco tipo maniaco sessuale, penso sia un depravato rattuso tipico di quell’età. Che orrore, che gente pericolosa che gira in giro.

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Il volo del calabrone è finito male

Il maestro all’inizio di dicembre passato mi aveva chiesto di preparare una esecuzione al pianoforte a mio piacere che poi avrei dovuto eseguire quando mi sarei sentita pronta e sicura. Mi sono fissata con il volo del calabrone che ho provato e riprovato a casa suscitando i mugugni di Chiara e Marta che trovandosi all’inizio del secondo quadrimestre reclamano un poco di tranquillità e concentrazione. Provo che ti riprovo ero giunta alla conclusione di essere arrivata a un ottimo punto nell’esecuzione e ho chiesto al maestro di potermi cimentare nella prova. Il maestro subito mi ha chiesto : e quale sarebbe l’esecuzione che hai scelto? Quando glielo detto subito ha detto: bene, prenditi un minuto per concentrarti prima d’iniziare, cosi ho il tempo di versarmi un cognac e accomodarmi in poltrona. E che vuoi mai concentrarti? Quando mai il maestro si è permesso di bere mai un bicchiere d’acqua in mia presenza o di sedersi durante una lezione, e adesso si beve il cognac e si accomoda addirittura in poltrona? Mentre mi stranivo in questo pensiero mi sa che il minuto è passato e sento la sua voce che mi dice:  puoi iniziare se vuoi. Lo guardo e mi distraggo ancora di più, stava spaparanzato in poltrona con un bicchiere in mano che da lontano sembrava vuoto. Ho radunato le idee e l’unica che sono riuscita di rispondere è stata: ancora un attimo per concentrarmi. Ho respirato profondamente, lungamente e l’esecuzione è partita ho dato il massimo concentratissima e quando ho terminato ho tirato un profondo respiro e mi sono detta nella mente: perfetta. Il maestro si è alzato dicendo che il calabrone ha volato ma il volo è finito male. A queste sue parole ho fatto una faccia e ho pensato tra me e me, ma come che era perfetta. Il maestro mi ha letto in faccia e forse anche nel cervello. Poi ha detto: se vogliamo in fondo per il tuo livello non è che è andata proprio male ma tu mi sa che non hai inteso quello che io ti ho chiesto e tu sei voluta andare oltre. Ti avevo chiesto un brano a tuo piacere che dovevi eseguire bene, capito? un brano a tuo piacere eseguito bene. niente altro, non ti ho chiesto virtuosismi nè di mostrarmeli. Se non avessi talento mica ti avrei dato mai lezioni. Vedi Monica, ha proseguito, quel goccio di cognac che ho versato nel bicchiere ne ha parecchi di anni,  è sempre stato cognac da quando è stato prodotto ma di anno in anno è migliorato senza mai precorrere i tempi. E’ migliorato nel tempo si è affinato e ora è qualcosa di prezioso al palato di chi lo gusta ma lo è semplicemente perchè lo è, senza dover dimostrare niente a nessuno, è migliorato e migliorerà nel tempo invecchiando ancora di più. Io voglio che tu migliori ma nel tempo, non puoi e non devi volere anticipare i tempi devi avere progressività e stabilità capito? progressività ma sopratutto stabilità. Allora al dunque questa è stata la migliore esecuzione che hai eseguito da molti mesi a questa parte, capito? la migliore. Nel frattempo però hai trascurato l’ordinario, in questi mesi le tue esecuzioni sono state buone ma mai ottime un buon pianista non si misura nella straordinarietà o nel virtuosismo ma nella costanza e nella capacità di eseguire sempre a un ottimo livello. Hai capito cosa intendo?
Ho risposto con un felice sorriso, ho capito la lezione e ho capito la trappola a fin di bene che mi aveva posto, era certo che mi sarei concentrata su qualcosa che mi mettesse in mostra e su questo lui avrebbe  potuto darli la lezione. Se mi avesse detto questo della continuità e stabilità prima io non avrei capito intestardendomi a mostrare talento, come ho fatto. Lui cerca altro, ora ho capito, talento è ciò che continuamente migliora e non l’effimero successo di un attimo che fugge. Grazie prof  sei davvero un grande!

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Maria si è fidanzata ufficialmente

Evviva evviva, grande gioia grandissima allegria grande festa. Oggi Maria la mia sorella di ventitre anni si è fidanzata ufficialmemente con Antonio. E’ stata una festa bellissima per tutta la  nostra famiglia. Papà è un uomo giovane e moderno con i suoi  quarantacinque anni  (e ancora bello, molto bello e affascinante) avvezzo a tutte le cose che la moderna tecnologia offre ma su queste cose è ancora, fortunatamente per me all’antica. Dopo aver saputo che Maria e Antonio si frequentavano dall’estate scorsa ha chiesto a Maria di ufficializzare la situazione, le cose nascoste non portano mai a niente di buono e poi bene o male erano quasi nove mesi che si frequentavano. Antonio non ha avuto alcuna remora e ha accettato di buon grado, è veramente innamorato di Maria e si vede e lo dimostra, e come si farebbe a non  innamorarsi di mia sorella ,un’anima nobile e semplice, della splendida sua brunezza che è tutta di mamma e con quegli occhioni azzurri che sono tutti di papà. Detto questo vi racconto tutto. Come dicevo papà ha saputo che si frequentavano e ha chiesto a Maria di invitare Antonio a casa a pranzo in modo da poterne fare la conoscenza e ufficializzare il suo fidanzamento con Maria. Maria lo ha fatto e Antonio ha accettato di buon grado.  Vi racconto la giornata: questa domenica abbiamo anticipato l’uscita a messa e siamo andati a quella delle otto, la prima perchè poi in casa è stato tutto un lavorio di preparazione. L’appuntamento era per le dodici e Antonio è arrivato puntualissimo, ad accoglierlo in giardino Maria  e noi tutti pronti ad attenderlo nel salone, papà emozionato assai ma cercava di non darlo a vedere, mamma ugualmente e noi con l’ansia addosso. Quando è arrivato nel salone papà gli si è fatto incontro e si sono presentati poi papà ha presentato la mamma e tutte quante noi. Ci siamo accomodati sui divani e mamma ha servito il cherri che facciamo stesso noi e si è parlato un poco andando a fondo nelle presentazioni. Antonio è laureato in filosofia e vorrebbe dedicarsi all’insegnamento, nel frattempo in attesa d’impiego lavora nella falegnameria del papà, dal suo parlare viene fuori un uomo concreto senza idee balzane per la testa, onesto e lavoratore. Di bell’aspetto moro anche lui come Maria era vestito con uno spezzato classico-sportivo senza cravatta e ultimo bottone della camicia sbottonato, e qui ci scommetto che è stata una specifica richiesta di papà a Maria, papà non sopporta i giovani vestiti in modo indecente secondo la moda corrente tipo vita bassa o jeans pezze al culo, come non li sopporta vestiti in modo troppo classico e con la cravatta come fossero dei vecchi (ihihih la verità è perchè poi si sentirebbe obbligato a metterla anche lui e come dice lui o “nghiappo” alla gola non lo sopporta). Parlottato un poco papà lo ha invitato a vedere i vigneti, sono andati lui Antonio e Maria mentre noi ci siamo messe a preparare la tavola. Mamma ha tirato fuori una bellissima tovaglia che non avevo mai visto prima nel cassettone, hai capito, ci aveva lavorato segretamente e ci ha fatto una sorpresa ora capisco perchè tirava tardi nel laboratorio fino a notte e la mattina aveva un’aria spesso assonnata. Il servizio di piatti quello dalla cristalliera per le grandi occasioni e bicchieri in cristallo e la miglior posateria. Pranzo abbondante pure troppo dall’antipasto al dolce tutto fatto in casa e come vino papà ha stappato due bottigli del nostro Aglianico del 2008. Al termine del pranzo papà ha invitato Antonio nello studio ci sono andati da soli e ne sono usciti dopo un dieci minuti. Sono sicura che non si saprà mai cosa si sono detti in quel breve lasso di tempo anche se posso immaginarlo, papà quando chiede di parlare a quattr’occhi impone sia a se stesso che agli altri il più totale segreto, come nel confessionale, e so per certo che se Antonio si lasciasse sfuggire anche una sola delle parole che papà gli ha detto perderebbe la fiducia di papà, e perdere la fiducia di papà significa non esistere più come persona ai suoi occhi, significherebbe di certo la fine di ogni rapporto, papà è fatto così è buonissimo ma inflessibile sui principi che per lui sono basilari nella vita.  Tra una cosa e l’altra Antonio si è trattenuto a casa nostra  fino a un quarto alle nove di sera poi è andato via. Tutti felici e tutti contenti oggi, le sorelle ora sono ancora nel salone a chiacchirare o ogni tanto sento qualche risatina, io sono qui felice che scrivo mentre ripenso a quella bella luce negli occhi, nello sguardo, che aveva papa durante il pranzo mentre ogni tanto lanciava una fugace carezza alla mano della mamma.

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2014 e via

Vai col 2014. Sarà l’anno buono. Ci spero ci spero ci spero. Auguriiiii. Unica nota triste di oggi è quella relativa a Dingo. In pomeriggio ho fatto un saltoal boschetto dove lo avevo seppellito il mio cagnone pastore tedesco ricordando i suoi occhi belli che parlavano di fedeltà che è una roba che in giro a momenti manco i cani mi sono commossa. Certo un inizio d’anno felice contempla anche qualche lacrima per un dolce ricordo, ciao Dingo.

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Buon Natale il giorno dopo

Sono quasi le otto di sera di Santo Stefano e vi faccio ora gli auguri di buon Natale abbiate pazienza. La vigilia è stata una giornata densisima d’impegno e la fatica e stata tanta e ieri lo stesso. Preparare la casa la tavola e il pranzo per trentasette persone e per due giorni consecutivi credetemi, non è facile, pure se in casa siamo in cinque femmine e papà non ci ha negato una mano d’aiuto. Oggi che eravamo solo in ventidue perchè la famiglia di zio Nicola e zio Vincenzo non hanno festeggiato con noi si può quasi dire che mi sono riposata. E’ stato bellissimo passare questi due giorni di festa in cosi tanta compagnia con i fratelli di papà e il fratello e la sorella di mamma e i nonni al completo. Fortuna che il salone è bello capiente e nella cristalliera mamma ha più servizi di piatti bicchieri e posate. Il tavolo da pranzo è per dodici persone e ne potrebbe accogliere anche sedici ma i posti non sarebbero bastati, cosi papà che sa fare tutto è andato al brico e ha comprato dei multistrato che ha tagliato a misura di tavola e ci ha fatto l’impalcatura sotto e ne sono venute fuori tre tavole che unite alla nostra è diventato un unica tavola a forma di quadrato dove c’è stato posto e spazio per tutti. Per le sedie papà è andato in un paesino nelle vicinanze dove c’è uno che le fitta per le feste di paese. Molto bella la tavola organizzata cosi a quadrato che riempiva tutto il salone e dove riuscivi a poter vedere e guardare tutti. Mamma in cucina pur se aiutata dalla sorella e dalle cognate e da noi si è davvero ammazzata di fatica però è venuto tutto bene e tutto buono, i complimenti sono arrivati da tutti e sicuro non erano di quelli finti, nei piatti non è rimasto un solo boccone per ogni portata. Io naturalmente ho voluto suonare tutte cose d’allegria e moderne tipo piano bar e ho accompagnato col piano suonando ad orecchio tutti quelli che volevano cantare e che cercavano una certa canzone,  tanto che poi alla fine però ieri me lo hanno chiesto di suonare qualcosa di serio e li ho accontentati con molto piacere, mio e loro. Un pubblico di quasi quaranta persone che ti applaude, pur se di familiari e pur se alcuni di loro non hanno il giusto orecchio per quello che suoni, fa una certa impressione. Giorni davvero belli ma la cosa più bella che resta è la gioia che è nato Gesù, è questo il vero centro di questi giorni nel mio cuore.

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Natale che festa

Si avvicina Natale. Mamma sta mettendo me e le mie sorelle sotto pressione le cose da fare sono tante, per il cenone della vigilia saremo in tanti quasi quaranta perchè vengono tutti gli zii e i miei cugini e lei non si accontenta mai delle cose fatte a caso e poi vuole tenerci sempre impegnate in qualcosa perchè, e in questo ha ragione dice sempre che l’ozio è il padre di tutti i vizi. A volte però con tutte le cose da fare che ci ritroviamo un poco di sano ozio lo desidero. Venendo al dunque, come consuetudine mamma sta ricamando le tovaglie (i tovaglioni) perchè ogni anno lei dice che ci vogliono nuove e poi sono queste le cose belle della vita cioè sapere fare le cose e impegnarsi in esse e se lei sa tagliare cucire e ricamare lo deve fare lo vuole fare perchè le piace e il cotone costa poco, dice che la gente il denaro non lo sa spendere, lei con i soldi che costa un telefonino di ultima generazione ci fa otto tovaglie che se le regali a chi ne ha bisogno è cosa buona giusta e sacrosanta, e se le vende con i soldi che ci fa sfama una famigli povera per un anno. A me ha assegnato il compito di ricamare all’uncinetto i sottobicchieri sono a buon punto ma la fatica è grossa e poi devo anche preparare i pezzi da suonare.
Sempre di corsa sempre di corsa ma a me piace in fondo in fondo.

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Che grande artista

 

Che voce meravigliosa

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Sono abituata alle reazioni

Oggi di buon mattino con Rosalba siamo andate in citta a fare degli acquisti. Non si trovava parcheggio e ho parcheggiato il macchinone, la mia amata fiat 600 young in uno spiazzo dove c’era un tizio che si prodigava a fare il parcheggiatore, abusivo, ma comunque tutti devono vivere. Glielo detto al parcheggiatore che avrei dovuto lasciare la macchina per parecchio tempo e infatti siamo tornate a riprenderla passata l’una. Gli ho dato un euro e quello mi fa: signurì io ho aspettato voi fino a mo per guardarvi la macchina e voi mi date solo un euro, mi dovete dare qualche altra cosa un euro è poco. Gli ho risposto che se voleva quello bastava altrimenti me lo poteva pure rendere e poi c’erano altre macchine ancora. Lui ha risposto che quelle macchine non le guardava e io gli ho risposto, sai che devi fare non guardare nè me e nè la mia macchina ora che ce ne andiamo. Mi sono messa in macchina e me ne sono andata, Rosalba era un poco spaventata per come l’ho affrontato e mi ha detto: Monica tu l’hai trattato cosi e se quello reagiva male che ha pure una faccia brutta? Gli ho risposto sorridendo che studiando chimica sono abituata alle reazioni e Rosalba ha esclamato che sono la solita matta.

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Clara Cernat

 

Violino e pianoforte che coppia.

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Addio Dingo

Oggi Dingo il nostro cane pastore tedesco è morto l’ho seppellito verso il boschetto. Mi fa troppo triste averlo perso. Questo che è avvenuto mi fa tornare in mente quando  tante volte d’estate mente passavo le serate sulla sdraio in giardino guardando le stelle con Dingo fedelissimo al mio fianco mi chiedevo perchè i cani non hanno un’anima quando poi hanno quegli occhi che dicono più di mille parole che la bocca può dire.
Tristezza.

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