Il volo del calabrone è finito male

Il maestro all’inizio di dicembre passato mi aveva chiesto di preparare una esecuzione al pianoforte a mio piacere che poi avrei dovuto eseguire quando mi sarei sentita pronta e sicura. Mi sono fissata con il volo del calabrone che ho provato e riprovato a casa suscitando i mugugni di Chiara e Marta che trovandosi all’inizio del secondo quadrimestre reclamano un poco di tranquillità e concentrazione. Provo che ti riprovo ero giunta alla conclusione di essere arrivata a un ottimo punto nell’esecuzione e ho chiesto al maestro di potermi cimentare nella prova. Il maestro subito mi ha chiesto : e quale sarebbe l’esecuzione che hai scelto? Quando glielo detto subito ha detto: bene, prenditi un minuto per concentrarti prima d’iniziare, cosi ho il tempo di versarmi un cognac e accomodarmi in poltrona. E che vuoi mai concentrarti? Quando mai il maestro si è permesso di bere mai un bicchiere d’acqua in mia presenza o di sedersi durante una lezione, e adesso si beve il cognac e si accomoda addirittura in poltrona? Mentre mi stranivo in questo pensiero mi sa che il minuto è passato e sento la sua voce che mi dice:  puoi iniziare se vuoi. Lo guardo e mi distraggo ancora di più, stava spaparanzato in poltrona con un bicchiere in mano che da lontano sembrava vuoto. Ho radunato le idee e l’unica che sono riuscita di rispondere è stata: ancora un attimo per concentrarmi. Ho respirato profondamente, lungamente e l’esecuzione è partita ho dato il massimo concentratissima e quando ho terminato ho tirato un profondo respiro e mi sono detta nella mente: perfetta. Il maestro si è alzato dicendo che il calabrone ha volato ma il volo è finito male. A queste sue parole ho fatto una faccia e ho pensato tra me e me, ma come che era perfetta. Il maestro mi ha letto in faccia e forse anche nel cervello. Poi ha detto: se vogliamo in fondo per il tuo livello non è che è andata proprio male ma tu mi sa che non hai inteso quello che io ti ho chiesto e tu sei voluta andare oltre. Ti avevo chiesto un brano a tuo piacere che dovevi eseguire bene, capito? un brano a tuo piacere eseguito bene. niente altro, non ti ho chiesto virtuosismi nè di mostrarmeli. Se non avessi talento mica ti avrei dato mai lezioni. Vedi Monica, ha proseguito, quel goccio di cognac che ho versato nel bicchiere ne ha parecchi di anni,  è sempre stato cognac da quando è stato prodotto ma di anno in anno è migliorato senza mai precorrere i tempi. E’ migliorato nel tempo si è affinato e ora è qualcosa di prezioso al palato di chi lo gusta ma lo è semplicemente perchè lo è, senza dover dimostrare niente a nessuno, è migliorato e migliorerà nel tempo invecchiando ancora di più. Io voglio che tu migliori ma nel tempo, non puoi e non devi volere anticipare i tempi devi avere progressività e stabilità capito? progressività ma sopratutto stabilità. Allora al dunque questa è stata la migliore esecuzione che hai eseguito da molti mesi a questa parte, capito? la migliore. Nel frattempo però hai trascurato l’ordinario, in questi mesi le tue esecuzioni sono state buone ma mai ottime un buon pianista non si misura nella straordinarietà o nel virtuosismo ma nella costanza e nella capacità di eseguire sempre a un ottimo livello. Hai capito cosa intendo?
Ho risposto con un felice sorriso, ho capito la lezione e ho capito la trappola a fin di bene che mi aveva posto, era certo che mi sarei concentrata su qualcosa che mi mettesse in mostra e su questo lui avrebbe  potuto darli la lezione. Se mi avesse detto questo della continuità e stabilità prima io non avrei capito intestardendomi a mostrare talento, come ho fatto. Lui cerca altro, ora ho capito, talento è ciò che continuamente migliora e non l’effimero successo di un attimo che fugge. Grazie prof  sei davvero un grande!

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